sabato 26 gennaio 2013

IMU E MONTE DEI PASCHI DI SIENA


La stretta correlazione che molti vedono tra il gettito dell' IMU sulla prima casa ed il prestito oneroso concesso al Monte dei Paschi di Siena potrebbe essere non solo stretta ma addirittura sistematica.
In effetti il gettito totale IMU va ben oltre i quattro miliardi di euro (€ 4.000.000.000) incassati dalla prima casa, il totale estorto agli italiani dall'immonda tassa immobiliare supera abbondantemente i venti miliardi di euro; qualcuno crede che il restante sia andato a risanare i nostri conti?
Purtroppo no! Sono undici i miliardi di euro italiani (€ 11.000.000.000) usati da Monti per salvare le banche spagnole, ricordate quei bei grattacieli inclinati sede spagnola della BANKIA che per qualche tempo facevano capolino nei nostri TG? Bene quei grattacieli, e quella banca non sono crollati grazie anche ai nostri soldi!
Senza contare quel fondo SalvaBanche, che il bocconiano in Loden ci ha spacciato per salvastati, destinato unicamente a risarcire le banche francesi e tedesche dai titoli greci che avevano in pancia, e che rischiavano di farle collassare.
Ricapitolando, le banche private europee azzardano investendo i risparmi raccolti dai cittadini, tedeschi e francesi per lo più, e investono in titoli di stato greci, ad alto rendimento in quanto poco sicuri, per l'ormai famoso spread, l'affare ovviamente va male, la Grecia non è in Grado di pagare i venti miliardi di titoli di stato emessi e le banche rischiano il collasso.
Ovviamente se la Grecia avesse pagato i propri interessi regolarmente, come solo l'Italia ha fatto nell'ultimo secolo, le banche ci avrebbero guadagnato fior di quattrini, e noi non ne avremo visto uno, ma siccome nell'ottica dell'economista per caso i guadagni sono privati ma le perdite pubbliche, per non far fallire gli istituti privati si sovra tassano i cittadini a copertura del buco fatto.
Oltre il danno la beffa, le banche investono male, per avidità, i nostri denari e il buco dobbiamo coprirlo noi!
A tutto ciò si aggiunge la menzogna grammaticale, L'Europa concede un prestito, la BCE presta alle banche!!?? ma di che parliamo, L'Europa usa i nostri soldi! Perciò la notizia è noi paghiamo per salvare chiunque!
In Italia il caso è diverso, se veramente il trenta per cento degli elettori vuole votare per Bersani, allora il problema non si pone, gli italiani continueranno a pagare per la banca del PD!
Risulta purtroppo evidente che la fondazione a capo della banca senese non riuscirà ad esprimere una classe dirigente capace di risanare l'istituto, e quei trecento milioni di interesse che il Monte dei Paschi di Siena dovrebbe rendere oltre ai miliardi concessi non si troverà!
Chiudo con una domanda, il governo metterà quell'interesse nel bilancio, e quando sarà evidente che non c'è, chi dovrà mettere i soldi secondo voi?

giovedì 24 gennaio 2013

FARSI RIMBORSARE L' IMU


E'davvero possibile chiedere di farsi rimborsare l'IMU?
Certamente, chiedere all'ufficio tributi di farsi restituire il maltolto è possibile, che la somma venga poi realmente restituita è da tutto da vedere!
E' ormai da qualche giorno che in rete circola un modulo, il formato pdf, da compilarsi per richiedere la restituzione dell'imposta.
Il principio su cui si basa la richiesta è tutt'altro che aleatorio, dichiara infatti incostituzionale l'imposta per motivi quantomai validi.
Certo che se la corte costituzionale pensasse ai cittadini e non a tutelare i megastipendi dei dirigenti statali sarebbe tutto più facile!
In pratica compilando il modulo si dichiara che la base imponibile su cui è calcolata l'IMU è stata alzata ed imposta di imperio, e questo crea un vizio di costituzionalità.
D'altronde la costituzione italiana “tutela il risparmio” e Mario Monti a pensato bene di tutelarlo dando quasi quattro miliardi di euro (€ 4.000.000.000), il totale del gettito IMU sulla prima casa, al monte dei paschi del PD che il risparmio dei cittadini l'ha gettato al vento!
Rivolgiamo quindi un appello a tutti i contribuenti, forse non servirà a riavere i nostri quattrini, ma chiederli indietro perché la tassa è incostituzionale è doveroso!
Riempiamo gli uffici del servizio tributi di richieste!

mercoledì 23 gennaio 2013

Evadere è Peccato?


Date a Cesare quel che è di Cesare ebbe modo di dire in materia di tasse qualcuno ben più importante di noi!
Ma è davvero peccato evadere le tasse? Il Cardinale ne pare convinto, è pure convinto che la Chiesa le paghi, perciò in quel versante un po' di confusione c'è!
Evadere il fisco è un reato, equivale a rubare, rubare è peccato ed il cerchio sembra chiudersi; ritengo però che un'analisi più approfondita potrebbe portare a risultati ben diversi.
Perché si pagano le tasse? Esiste un contratto o quantomeno un tacito accordo tra contribuente ed amministrazione nel quale il primo si impegna a saldare la tassazione imposta a fronte di servizi resi dal secondo?
Secondo me l'accordo esiste! E' totalmente disatteso ma esiste, l'evasione dilaga, e i servizi sono pietosi, e soggetti a pagamento ulteriore; rimane da capire chi ha disatteso l'accordo per primo.
Certo sembra tanto la storia dell'uovo e della gallina, un evasore totale non potrebbe certo appellarsi a sofismi del genere, ma chi le tasse le ha sempre pagate?
Chi è stato ligio al proprio dovere di cittadino e in cambio non ha ricevuto praticamente nulla può sottrarsi unilateralmente dall'obbligo di onorare il contratto finché l'altro contraente non lo onorerà? Con tutti gli arretrati beninteso! Evidentemente no, il che ci fa ricadere immediatamente in un patto leonino, palesemente nullo per la nostra giurisdizione, art. 2265 del codice civile, quindi disattendere un patto nullo non è reato, di conseguenza non è rubare quindi non è peccato.
Certo socialmente non è la migliore delle giustificazioni, ma moralmente può reggere, la moralità è molto soggettiva.
Il fatto secondo me è molto più semplice, Gesù lavorerebbe per equitalia o starebbe dalla parte dei pignorati?  

martedì 22 gennaio 2013

Tasse ed Elezioni


Tempo di elezioni, tempo di campagna elettorale.
In giro per il paese, ma in maggior misura nei salotti televisivi è tutto un gran parlare di riduzione fiscale.
Ovviamente i politicanti vecchi e nuovi si cimentano in ardite rivendicazioni ed ancor più arditi progetti per il futuro; purtroppo le tasse vogliono ridurle tutti, ne consegue che nessuno lo farà mai.
Diminuire la pressione fiscale è possibile solo attraverso una drastica riduzione degli sprechi, ma questa è impresentabile all'opinione pubblica e per far cassa, una volta eletti l'unica via è tassare.
Perché l'abbattimento degli sprechi è impresentabile ai cittadini?
Perché, non ostante siano tutti a favore di una riduzione fiscale nessuno si sente spreco!
Non sono sprechi le ventisettemila (27.000) guardie forestali siciliane, sono famiglie che devono mangiare ci dicono, non sono sprechi gli ospedali con un rapporto medici posti letto di 2 a 1, quando va bene, nessuno in Italia si sente uno spreco, allora come fare?
La soluzione è semplice, si voti ogni due mesi! Abbassi le tasse come ci hai promesso ieri? No!? Allora a casa! E si vota di nuovo!
Il costo di una campagna elettorale permanente è sicuramente compatibile con quello di una nazione che non riesce a tagliarsi gli sprechi da sola, e non speriamo che lo facciano i tedeschi o l'Europa al posto nostro, i nostri amici dell'unione hanno prima da fare i loro interessi, come l'acquisto di due sommergibili tedeschi ha dimostrato chiaramente, e l'unico movente che essi possono avere è quello di privarci delle poche realtà produttive ancora esistenti.
Questa nazione deve imparare a gestirsi, magari attraverso un federalismo responsabile, in cui ogni territorio possa amministrare gran parte del gettito ivi prodotto, e sia in grado di decidere come utilizzare quelle poche risorse che ha a disposizione.
L'alternativa è la prosecuzione di un centralismo malato, che tra malaffare e nepotismi non può far altro che continuare ad aumentare il debito, finché qualcuno ci salverà, magari i marziani con il loro PIL sempre in crescita!

lunedì 21 gennaio 2013

Cartelle pazze-Equitalia se ne lava le mani.


Con la legge di stabilità 2013 le cose stanno per cambiare sul fronte della riscossione crediti.
Sembra assodato infatti che tutte le contestazioni fatte ad un credito non dovuto, indebitamente richiesto perché già saldato, decaduto, soggetto a sgravio, o sospeso per via giudiziale o amministrativa, non saranno più controllate da Equitalia, che comunque le riceverà, ma dall'ente creditore, al quale l'agenzia di riscossione statale le girerà.
Sarà dunque chi esige il credito a dover controllare se le rimostranze di un cittadino siano fondate, e se entro duecentoventi giorni questo non giustifica la richiesta Equitalia dovrà archiviare la pratica.
Sembrerebbe un passo in avanti, ma non ne siamo sicuri, 220 giorni sono veramente tanti, ed Equitalia in quel lasso di tempo può ancora utilizzare tutti i metodi coercitivi che conosciamo.
Rimangono poi da chiarire le questioni giudiziarie, ad esempio: l'Agenzia delle Entrate vanta un credito sproporzionato, ne abbiamo visti già troppi, il cittadino si rivolge alla giustizia, magari vince o ottiene una sospensione, il cittadino porta la sospensione ad equitalia che la gira all'Agenzia delle Entrate, che non ha ancora ricevuto dalla magistratura competente la sospensione stessa, e reitera la richiesta ad Equitalia...chi rimane fregato?
La domanda è naturalmente ironica.
Se ne ricava che chi ha chiesto ad Equitalia di pignorare la casa ad un cittadino poi dovrebbe dire alla stessa di non farlo più!
Rimane il fatto che il cittadino ha 90 giorni per presentare domanda di controllo, ci sarà anche un modulo telematico.
Se sussistono i criteri vale di sicuro la pena di farlo!

Shock Fiscale (l'unica salvezza)


Oggi che tutti gli analisti europei considerano il sistema del rigore come recessivo e fallimentare, analisi più approfondita andrebbe fatta sul perché ciò avvenga solo ora e non agli inizi della crisi greca, la politica del rigore perde appeal, e anche i suoi sostenitori più accaniti, leggi Monti, cercano di annacquarla.
Risulta evidente che annacquare del veleno, la pressione fiscale è il veleno delle economie libere, non impedisce l'intossicazione, la allontana solamente nel tempo: è la quantità che fa il veleno per citare il grande Paracelso.
La cura non può che essere di tutt'altro segno.
Sarebbe assai semplice in un paese civile ridurre di qualche punto la pressione fiscale, ma il belpaese certo civile non è, fiscalmente parlando e non solo.
La pressione fiscale che, uno stato centralista e accentratore, sprecone e corrotto fin nei suoi organi capillari, impone ai suoi cittadini è non solo insopportabile, ma oltremodo controproducente.
Il post precedente che trattava la curva di Laffer lo spiegava chiaramente.















L'unica soluzione risulta perciò essere uno spaventoso shock fiscale; come uscendo da una caldissima sauna il miglior sistema per riattivarsi è lo shock termico, così per uscire da una caldissima crisi recessiva ed impositiva, l'unico metodo è lo shock fiscale.
Con shock si intendo non una variazione di tendenza lineare, da ottenersi in 5 o 10 anni, ma un vero scossone, che precipiti la pressione fiscale di almeno 15 punti.
Manovra da farsi repentinamente se si vuole che abbia effetto, somministrare medicinali ai cadaveri è inutile se non immorale!
Solo l'abbassarsi per legge delle tasse, con tutto ciò che ne comporta, diminuzione dei servizi e degli sprechi etc. può far riprendere l'economia italiana.
Qualsiasi alternativa è accanimento terapeutico!


domenica 20 gennaio 2013

La Curva di Laffer (Applicazione Territoriale)


La curva di Laffer è una classica curva a campana, avente cioè un minimo e un massimo ed è pertanto vincolata dal teorema di Weierstrass.
Essa rappresenta la relazione tra la pressione fiscale ed il gettito che se ne ricava; e dispone la prima sulle ascisse e il secondo sulle ordinate.
Il minimo del gettito si presenta infatti con la pressione fiscale nulla, ovviamente nessuna imposizione gettito nullo, ma anche nel caso di imposizione totale, cioè prelievo del 100% dei ricavi.
Laffer sosteneva che il punto massimo della campana (Gmax) rappresentasse la corretta imposizione fiscale, aumentando la quale il gettito diminuiva, motivando questa caduta di gettito con l'insorgere progressivo di tre fattori: l'elusione, l'evasione, e la sottrazione.



Applicazione Territoriale

La teoria di Laffer è stata contestata da noti economisti, ma mantiene una sua concretezza, soprttutto in situazioni limite.
Nel Nord Italia, in quel territorio ormai identificato dalla MacroRegione del Nord, le condizioni limite si sono manifestate intensamente, e l'efficacia predittiva della curva di Laffer è emersa con chiarezza.
Trattandosi di territori in cui la pressione fiscale si mantiene altissima a fronte di un substrato produttivo tra i più distribuiti d'Europa, e sentendosi la produzione tradita in quel contratto stato/contribuente che vorrebbe un serio resoconto in termini di investimenti e servizi a fronte di somme pagate, qui l'evasione impera, così come l'elusione.
Risultando impossibile aumentare un'evasione già altissima per motivi di sopravvivenza aziendale, l'incremento della pressione fiscale portato avanti dal governo Monti ha suscitato nel territorio in questione l'effetto Laffer, non su evasione ed elusione, già altissime, ma sulla sottrazione, quella delocalizzazione fiscale che la vicinanza di paesi con tassazione normale risulta essere l'unica speranza per svariati futuri aziendali.

TARES: seconda patrimoniale sulla casa

Che la Tares sia una patrimoniale è sotto gli occhi di tutti, ma quanto questa sia subdola sfugge ai più.
Essa infatti individua come determinanti i metri quadri di un'immobile, considerando le persone che vi risiedono, siano queste dichiarate o meno, un surplus alla detrazione.
E'evidente che il Governo Monti considera l'abitazione degli italiani come il suo personale porcellino salvadanaio, non considerando affatto che più persone producono più immondizia, ma solamente che una casa più grande ha bisogno di più servizi.
Come se fossero gli appartamenti a consumare e non gli uomini!