lunedì 21 gennaio 2013

Shock Fiscale (l'unica salvezza)


Oggi che tutti gli analisti europei considerano il sistema del rigore come recessivo e fallimentare, analisi più approfondita andrebbe fatta sul perché ciò avvenga solo ora e non agli inizi della crisi greca, la politica del rigore perde appeal, e anche i suoi sostenitori più accaniti, leggi Monti, cercano di annacquarla.
Risulta evidente che annacquare del veleno, la pressione fiscale è il veleno delle economie libere, non impedisce l'intossicazione, la allontana solamente nel tempo: è la quantità che fa il veleno per citare il grande Paracelso.
La cura non può che essere di tutt'altro segno.
Sarebbe assai semplice in un paese civile ridurre di qualche punto la pressione fiscale, ma il belpaese certo civile non è, fiscalmente parlando e non solo.
La pressione fiscale che, uno stato centralista e accentratore, sprecone e corrotto fin nei suoi organi capillari, impone ai suoi cittadini è non solo insopportabile, ma oltremodo controproducente.
Il post precedente che trattava la curva di Laffer lo spiegava chiaramente.















L'unica soluzione risulta perciò essere uno spaventoso shock fiscale; come uscendo da una caldissima sauna il miglior sistema per riattivarsi è lo shock termico, così per uscire da una caldissima crisi recessiva ed impositiva, l'unico metodo è lo shock fiscale.
Con shock si intendo non una variazione di tendenza lineare, da ottenersi in 5 o 10 anni, ma un vero scossone, che precipiti la pressione fiscale di almeno 15 punti.
Manovra da farsi repentinamente se si vuole che abbia effetto, somministrare medicinali ai cadaveri è inutile se non immorale!
Solo l'abbassarsi per legge delle tasse, con tutto ciò che ne comporta, diminuzione dei servizi e degli sprechi etc. può far riprendere l'economia italiana.
Qualsiasi alternativa è accanimento terapeutico!


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