lunedì 11 marzo 2013

Un Papa che scomunichi Equitalia!


Correva l'anno 1160, il Papa Alessandro III, salito al soglio pontificio contro il volere dell'imperatore Federico Barbarossa, in quel glorioso 28 febbraio scomunicò l'imperatore, dando inizio a quella ribellione contro l'invasore, che portò i comuni italiani a liberarsi alla schiavitù fiscale e amministrativa dello straniero. (Legnano 1176)
Oggi il nemico è in casa, può il prossimo Papa pensare esclusivamente al benessere  spirituale del suo popolo, quando questo muore di fame?
Potrà il nuovo Pastore far finta di non vedere i suicidi, la disoccupazione, la mancanza di un futuro per il suo gregge?
A mio avviso no!
Se Pontefice vuol esser chiamato, da Pontefice noi lo chiamiamo a comportarsi!
Non c'è giurisdizione alcuna del Vaticano sull'imposizione fiscale di questo che ci ostiniamo a chiamare Paese, è vero, ma è altrettanto vero che la chiesa non può avvallare una pressione fiscale omicida, facendo credere che l'evasione sia un peccato!
Date a Cesare quel che è di Cesare, ebbe modo di dire qualcuno più preparato di me, si noti non tutto, quel che gli spetta; non troviamo scritto nei sacri testi l'obbligo a privare i nostri figli del cibo, solo per pagare dei ladri nominati da altri ladri.
Chiediamo al nuovo Papa di usare tutta la Sua influenza perché lo stato non ci affami più!
Chiediamo al nuovo Papa di liberare chi evade per fame dall'onta del peccato!
Chiediamo al nuovo Papa di trovare il coraggio e la fede di Papa Alessandro III, gli chiediamo di scomunicare Equitalia!

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