Con la legge di stabilità 2013 le cose
stanno per cambiare sul fronte della riscossione crediti.
Sembra assodato infatti che tutte le
contestazioni fatte ad un credito non dovuto, indebitamente richiesto
perché già saldato, decaduto, soggetto a sgravio, o sospeso per via
giudiziale o amministrativa, non saranno più controllate da
Equitalia, che comunque le riceverà, ma dall'ente creditore, al
quale l'agenzia di riscossione statale le girerà.
Sarà dunque chi esige il credito a
dover controllare se le rimostranze di un cittadino siano fondate, e
se entro duecentoventi giorni questo non giustifica la richiesta
Equitalia dovrà archiviare la pratica.
Sembrerebbe un passo in avanti, ma non
ne siamo sicuri, 220 giorni sono veramente tanti, ed Equitalia in
quel lasso di tempo può ancora utilizzare tutti i metodi coercitivi
che conosciamo.
Rimangono poi da chiarire le questioni
giudiziarie, ad esempio: l'Agenzia delle Entrate vanta un credito
sproporzionato, ne abbiamo visti già troppi, il cittadino si rivolge
alla giustizia, magari vince o ottiene una sospensione, il cittadino
porta la sospensione ad equitalia che la gira all'Agenzia delle
Entrate, che non ha ancora ricevuto dalla magistratura competente la
sospensione stessa, e reitera la richiesta ad Equitalia...chi rimane
fregato?
La domanda è naturalmente ironica.
Se ne ricava che chi ha chiesto ad
Equitalia di pignorare la casa ad un cittadino poi dovrebbe dire
alla stessa di non farlo più!
Rimane il fatto che il cittadino ha 90
giorni per presentare domanda di controllo, ci sarà anche un modulo
telematico.
Se sussistono i criteri vale di sicuro
la pena di farlo!
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